Gluten Sensitivity: non esiste solo l’intolleranza al glutine

Sentiamo sempre più spesso parlare di “falsa celiachia”, “non celiachia”, “ipersensibilità al glutine”, e così via. Un tam tam di informazioni più o meno corrette su quella che in realtà è stata definita Gluten Sensitivity.

Il disturbo si manifesta in seguito all’assunzione di glutine, con disturbi gastrointestinali (meteorismo, dolori addominali, diarrea o stipsi o alvo alterno) ed extraintestinali (sonnolenza, difficoltà di concentrazione, annebbiamento mentale, cefalea, artromialgie, parestesie degli arti, rash cutanei tipo eczema, depressione, anemia, stanchezza cronica).  Il quadro clinico regredisce completamente nel giro di pochi giorni con l’eliminazione del glutine dalla dieta.

Si è scoperto che mentre per la celiachia siamo di fronte ad un’alterazione sia dell’immunità innata (quella che abbiamo tutti dalla nascita) che dell’immunità adattativa (la risposta dell’organismo ad un agente percepito come esterno e pericoloso), chi soffre di Gluten Sensitivity ha un difetto dell’immunità innata, reagisce quindi in poche ore al glutine, percepito come proteina nemica.

I soggetti che soffrono di ipersensibilità la glutine (gluten sensitivity) mostrano sintomi molto simili a quelli prodotti dalla sindrome del colon irritabile, per cui tale nuova entità clinica  può consentire finalmente  un corretto inquadramento di quei pazienti che per  molti anni sono stai considerati come affetti da  colon irritabile o con problematiche di tipo psicologico ed ansioso–depressivo o pazienti da sorvegliare per il possibile sviluppo in futuro di celiachia.

La “Gluten Sensitivity” (che si manifesta dall’età adolescenziale all’età adulta, mentre è estremamente rara in età pediatrica) è circa 6 volte più frequente della celiachia e in pratica si può affermare con buona approssimazione che, se il numero di celiaci attesi in Italia è di circa 500.000 unità, i pazienti con Gluten Sensitivity sono almeno 3 milioni.